Clinica della Spalla Leinì

Fisioterapia CFC

La spalla è l’articolazione più complessa e più instabile del nostro corpo, poiché gode del maggior numero di gradi di libertà permettendo così i movimenti di grande ampiezza.

Occupa la sezione latero-superiore del tronco dalla base del collo all’origine del braccio. È costituita da strutture pari e simmetriche che collaborano per collegare ciascun arto superiore al tronco.

La struttura è composta da tre ossa: la clavicola, l’omero e la scapola; da 5 articolazioni: gleno-omerale, acromion-claveare, sterno-claveare, scapolo-toracica e sotto-deltoidea; e da muscoli suddivisi in: muscoli protettori gleno-omerali (sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare), muscoli pivot della scapola (trapezio, romboidi, grande dentato, elevatore della scapola e piccolo pettorale) e muscoli posizionatori dell’omero (deltoide, gran dorsale e gran pettorale).

La meccanica della spalla si basa sul perfetto equilibrio tra mobilità e stabilità delle articolazioni che la compongono: queste caratteristiche sono garantite dal perfetto equilibrio tra componenti attive e passive.

La sua straordinaria mobilità è messa a dura prova durante alcuni sport, in particolare nei gesti atletici in cui la mano va al di sopra della testa (overhead). Questo gesto è caratteristico in molte attività sportive che provocano un notevole stress a questa articolazione come: pallavolo, tennis, baseball, nuoto, basket, lancio del giavellotto e padel, che favoriscono la comparsa di sintomi dolorosi dovuti ad una sollecitazione eccessiva dei muscoli e dei tendini. 

Tuttavia non solo gli sportivi soffrono di problematiche alla spalla, ma anche i lavoratori sedentari ne sono soggetti, poiché spesso costretti ad assumere posture scorrette.

Il dolore alla spalla dovuto a traumi, patologie o all’usura articolare è molto fastidioso, alle volte invalidante e non sempre facile da risolvere se non correttamente inquadrato e curato.

Il dolore alla spalla può dipendere da problemi a diverse strutture anatomiche:

  • Tendini
  • Legamenti
  • Muscoli
  • Nervi
  • Ossa

Le patologie e/o disfunzioni a carico di queste strutture possono essere varie:

Lesioni della cuffia dei rotatori

La cuffia dei rotatori è un gruppo di quattro muscoli e relativi tendini situati intorno alla spalla. Questi muscoli lavorano insieme per stabilizzare e permettere i movimenti dell’articolazione della spalla. La cuffia dei rotatori è costituita dai seguenti muscoli:

  • Sovraspinato: Situato nella parte superiore della spalla, il sovraspinato aiuta ad abduzione (sollevamento del braccio lateralmente) e a mantenere l’omero stabile nell’articolazione della spalla.
  • Sottospinato: Questo muscolo è posizionato nella parte posteriore della spalla ed è responsabile della rotazione esterna della spalla.
  • Piccolo rotondo: Si trova anch’esso nella parte posteriore della spalla ed è coinvolto nella rotazione esterna dell’articolazione della spalla.
  • Sottoscapolare: posizionato all’interno della fossa sottoscapolare, nella parte anteriore della scapola (omero) ed è il muscolo più grande e potente della cuffia dei rotatori, il suo compito è quello di permettere alla spalla di ruotare internamente e aiuta a portare il braccio verso il corpo.

La cuffia dei rotatori è cruciale per le attività quotidiane che coinvolgono il movimento della spalla, come pettinarsi i capelli, spostare il braccio per prendere oggetti o svolgere attività fisiche più intense come lanciare una palla o sollevare pesi. A causa dell’uso frequente e dello stress che subisce, la cuffia dei rotatori può essere soggetta ad infortuni, come tendiniti o lesioni, che possono causare dolore e limitare il movimento della spalla. L’esercizio fisico mirato e una corretta tecnica di sollevamento possono aiutare a prevenire lesioni alla cuffia dei rotatori e mantenere la spalla in salute. In caso di lesioni gravi o persistenti, è consigliabile consultare un medico o un fisioterapista per una valutazione e un trattamento adeguati. L’approccio alla tendinopatia della cuffia dei rotatori è solitamente conservativo, ovvero passa attraverso una valutazione ed un programma di esercizi con carichi progressivi eseguiti con la supervisione di un fisioterapista con l’obiettivo di ridurre il dolore e ripristinare la normale funzionalità del braccio. In alcuni casi il medico ortopedico può utilizzare delle infiltrazioni di acido ialuronico per nutrire e lubrificare il tendine. Nel caso in cui il trattamento conservativo non dovesse bastare si può arrivare alla chirurgia, ossia un piccolo intervento chirurgico in artroscopia per pulire e suturare il tendine.

Discinesia Scapolo-omerale

La discinesia scapolo-omerale è una condizione che coinvolge il movimento anormale o disfunzionale della scapola (l’osso della spalla) rispetto all’omero (l’osso del braccio). È una forma di alterazione della cinetica della spalla, in cui la scapola non si muove correttamente durante i movimenti del braccio.

Nella normale biomeccanica della spalla, la scapola e l’omero lavorano sinergicamente per consentire una gamma completa di movimenti del braccio. La scapola ha una vasta gamma di movimenti, tra cui elevazione, abbassamento, rotazione, inclinazione e retrazione. Questi movimenti sono fondamentali per posizionare adeguatamente l’omero, permettendogli di muoversi liberamente senza conflitti all’interno dell’articolazione della spalla.

Nel caso della discinesia scapolo-omerale, la normale coordinazione e il corretto allineamento della scapola e dell’omero vengono disturbati. Ciò può essere causato da una varietà di fattori, tra cui:

  • Squilibri muscolari: Una debolezza o uno squilibrio muscolare nella regione della spalla possono influenzare il corretto movimento della scapola durante i movimenti del braccio.
  • Lesioni o infortuni: Traumi alla spalla, come fratture o distorsioni, possono alterare la cinetica della spalla e causare discinesia scapolo-omerale.
  • Disfunzione della cuffia dei rotatori: Problemi con la cuffia dei rotatori, che è un gruppo di muscoli e tendini che stabilizzano la spalla, possono contribuire alla discinesia scapolo-omerale.
  • Postura scorretta: Una postura inadeguata o sbilanciata può influenzare in maniera negativa il movimento della scapola e dell’omero.

I sintomi della discinesia scapolo-omerale possono includere dolore, rigidità, instabilità della spalla e una ridotta gamma di movimento. La condizione può anche contribuire allo sviluppo di altre patologie della spalla, come la tendinopatia della cuffia dei rotatori.

Il trattamento della discinesia scapolo-omerale può includere fisioterapia per ristabilire il corretto movimento della scapola e dell’omero, esercizi di rinforzo muscolare, terapia manuale e correzione della postura. In alcuni casi, possono essere raccomandati interventi chirurgici per affrontare specifiche lesioni o problemi strutturali. Se si sospetta di avere una discinesia scapolo-omerale o si soffre di sintomi correlati alla spalla, si consiglia di consultare un medico o un fisioterapista specializzato in spalla per una valutazione e un trattamento adeguati.

Tendinopatia

La tendinopatia di spalla è una condizione caratterizzata da un’infiammazione o una lesione dei tendini nella regione della spalla. 

La tendinopatia di spalla può essere classificata in base alla zona specifica dei tendini colpiti e alla gravità della lesione. 

La tendinopatia alla spalla può colpire diversi tendini e presentarsi in diverse forme, ognuna con caratteristiche specifiche. Di seguito sono elencati i principali tipi di tendinopatia alla spalla:

  1. Tendinite della cuffia dei rotatori: È una forma comune di tendinopatia in cui i tendini della cuffia dei rotatori (sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare) si infiammano a causa di sovraccarico, movimenti ripetitivi o invecchiamento. La tendinite della cuffia dei rotatori è spesso accompagnata da dolore nella spalla e può limitare la mobilità del braccio.
  2. Tendinopatia del capo lungo del bicipite: Il tendine del CLB, situato nella parte anteriore del braccio, può sviluppare una tendinopatia a causa di lesioni o sovraccarico. Questa condizione può causare dolore nella parte anteriore della spalla e lungo il braccio.
  3. Tendinopatia del muscolo sottoscapolare: Il muscolo sottoscapolare, parte della cuffia dei rotatori, può essere soggetto a tendinopatia che colpisce specificamente questo muscolo. Questa condizione può causare dolore e limitazione dei movimenti di rotazione interna della spalla.
  4. Tendinopatia calcifica: Questa è una condizione in cui i depositi di calcio si accumulano nei tendini della cuffia dei rotatori o di altre parti della spalla. Questa situazione può causare dolore e limitazione dei movimenti.
  5. Borsite: Anche se non è strettamente una tendinopatia, la borsite coinvolge l’infiammazione delle borse sinoviali, piccole sacche di liquido che ammortizzano i tendini e rigonfiano l’attrito. La borsite può verificarsi in concomitanza con la tendinopatia e può causare dolore e gonfiore nella spalla.

 

Lo sapevi che:

  • Qual è la differenza tra tendinite e tendinopatia?

 

Tendinite della spalla: La tendinite è un tipo specifico di tendinopatia ed è caratterizzata dall’infiammazione dei tendini. Nella tendinite della spalla, i tendini della cuffia dei rotatori o di altri muscoli della spalla si infiammano a causa di sovraccarico, movimenti ripetitivi, lesioni acute o altre cause. L’infiammazione può causare dolore, gonfiore e sensibilità nella zona interessata. La tendinite è spesso associata a un inizio improvviso dei sintomi e può essere causata da sforzi eccessivi o cattive abitudini di movimento.

 

Tendinopatia della spalla: La tendinopatia è un termine generale che descrive qualsiasi problema o alterazione nei tendini. È un termine più ampio che include la tendinite, ma può anche riferirsi a condizioni dei tendini che non sono strettamente caratterizzate da un’infiammazione acuta. Nella tendinopatia della spalla, i tendini possono subire cambiamenti degenerativi, come microstrappi, degenerazione del tessuto o formazione di depositi di calcio. Questi cambiamenti possono causare dolore cronico e compromettere la funzione della spalla. La tendinopatia può avere un inizio graduale e svilupparsi nel tempo a causa di sovraccarico, invecchiamento o movimenti ripetitivi.

Entrambe queste condizioni richiedono una diagnosi accurata e un trattamento appropriato. Un medico o un fisioterapista specializzato in spalla può esaminare la situazione e consigliare il piano di trattamento più adeguato per il paziente.

 

Capsulite

La capsulite adesiva è una patologia difficile da definire, da trattare e da spiegare da un punto di vista eziopatogenetico.

Più comunemente conosciuta come Spalla Congelata (Frozen Shoulder) viene identificata come una condizione patologica con limitazione funzionale di movimento derivante da una causa non riconosciuta con un decorso lento e a volte molto lungo (tra 12 e 24 mesi).

La Capsulite adesiva viene suddivisa in due forme:

Primaria: 

La forma Primaria colpisce mediamente il 5% della popolazione in fascia di età compresa tra 40 e 60 anni con prevalenza del sesso femminile, viene interessato principalmente l’arto dominante.

In questa forma la causa è sconosciuta, l’evoluzione risulta molto lenta e progressiva.

Si possono riconoscere 3 fasi di evoluzione: 

  • fase dolorosa con rigidità progressiva, in questa fase il paziente sviluppa un forte dolore ma che non compromette del tutto la mobilità dell’articolazione;  
  • fase della rigidità, in questa fase la rigidità della capsula è la caratteristica protagonista, diventa difficoltoso in molti casi anche dormire poiché le posizioni più comuni sono limitate dalla poca mobilità dell’articolazione
  • fase della risoluzione o “scongelamento”, questa è la fase migliorativa del percorso, inizia un graduale recupero del ROM dovuto da un rimodellamento capsulare, il paziente non prova più dolore a riposo e acquisisce un range di movimento confortevole che gli permette un graduale ritorno alla normalità

 

I sintomi più comuni per questa patologia sono: contrattura capsulare, limitazione generale di movimento dell’articolazione gleno-omerale.

Secondaria: 

solitamente secondaria ad un evento traumatico, causa riconosciuta, evoluzione più rapida (30-40gg), coinvolgimento non solo dei tessuti gleno-omerali ma anche di quelli omero-scapolari.

 

Lo sapevi che: 

  • Nei pazienti diabetici l’incidenza aumenta del 10-20% e può arrivare fino al 40% nei pazienti insulino-dipendenti con un coinvolgimento di entrambi gli arti.
  • Nel 30% dei casi si può presentare anche in forma bilaterale
  • Le patologie dismetaboliche e tiroidee sono fattori predisponenti per questa problematica
  • Esiste una forte correlazione tra elevati livelli di grasso viscerale e la comparsa di questa patologia 

 

Strategia di trattamento

 

La strategia e gli obiettivi del trattamento dipendono espressamente dalla fase patologica in cui si trova il pz. Ogni fase avrà degli obiettivi specifici e andrà adeguatamente inquadrata e gestita dal fisioterapista.

  • Fase 1 => TRATTAMENTO DEL DOLORE: 

Si tratta di una fase prettamente di competenza medica, nella quale è prevista l’assunzione di farmaci tramite bocca o attraverso cicli infiltrativi. Il focus è la riduzione del dolore per permettere al fisioterapista di lavorare nelle fasi successive. 

  • Fase 2 => TRATTAMENTO DELLA RIGIDITA’:

in questa fase si lavora sotto la soglia del dolore tramite esercizi passivi, di allungamento, guidati dal fisioterapista con l’obiettivo di evitare la perdita di ulteriori gradi di mobilità

  • Fase 3 => TRATTAMENTO RISOLUTIVO:

In quest’ultima fase si lavora sul recupero articolare e sul rinforzo muscolare, utili a migliorare il ROM ed eliminare il dolore da rigidità. È fondamentale che il paziente comprenda l’importanza di questi esercizi, che dovrà svolgere anche a domicilio in autonomia seguendo il programma personalizzato creato dal fisioterapista.

 

Lussazione

Nel caso di spalla si parla quasi sempre della lussazione dell’articolazione glenomerale, tra omero e cavita glenoidea della scapola, è ben noto che, di tutte le lussazioni traumatiche, quella della spalla sia di gran lunga la più frequente, incidendo nelle varie statistiche delle lussazioni articolari per ben il 50% dei casi.

Esistono tre tipologie differenti di lussazione: 

  • Traumatica (TUBS): a seguito di un evento traumatico => risoluzione solitamente chirurgica
  • Acquisita (AIOS): a seguito di movimenti estremi ripetuti nel tempo, ad esempio movimenti di lancio durante il baseball, la pallavolo o il tennis => risoluzione fisioterapica
  • Multidirezionale (AMBRI): instabilità presente in almeno due direzioni => risoluzione fisioterapica con l’aiuto di tecnologia avanzata come Shoulder Pacemaker

 

La lussazione della spalla è un infortunio piuttosto doloroso ed è facilmente riconoscibile da tre elementi principali:

  • dolore acuto in tutta la regione della spalla;
  • risulta praticamente impossibile effettuare movimenti;
  • si può notare visivamente un mal posizionamento della testa dell’omero, soprattutto nelle lussazioni anteriori la cui fuori uscita dalla normale sede anatomica è evidente.

 

La spalla è definita “instabile” quando la testa dell’omero nel corso del movimento non rimane ben centrata all’interno della cavità glenoidea della scapola che la contiene in parte.

La condizione di instabilità articolare può essere generata da molti fattori come: 

 

  • situazione di lassità del tessuto connettivo
  • alterazioni nello sviluppo dei capi ossei,
  • un deficit del controllo neuromuscolare (deficit propriocettivi)
  • eventi traumatici nei quali le strutture deputate alla stabilità cedono, e vi è la fuoriuscita parziale (sublussazione) o totale (lussazione) della testa dell’omero dalla sua normale sede articolare.

 

Tipologie di trattamento:

 

  • TRATTAMENTO CONSERVATIVO: una volta verificata l’assenza di complicanze gravi a livello anatomico e strutturale viene consigliato l’utilizzo di un tutore e il successivo trattamento riabilitativo personalizzato volto al recupero della mobilità e della stabilità della spalla tramite esercizio terapeutico.

TRATTAMENTO POST CHIRURGICO: nel caso in cui a seguito di un percorso riabilitativo conservativo non si ottengano i risultati sperati, viene solitamente consigliato l’approccio chirurgico. Esistono due tecniche: stabilizzazione artroscopica (capsuloplastica artroscopica) e stabilizzazione attraverso Latarjet. Il trattamento riabilitativo post chirurgico si differenzia in relazione alla tecnica chirurgica utilizzata.negativa il movimento della scapola e dell’omero.La lussazione è la perdita totale del rapporto tra due o più capi articolari.

I sintomi della discinesia scapolo-omerale possono includere dolore, rigidità, instabilità della spalla e una ridotta gamma di movimento. La condizione può anche contribuire allo sviluppo di altre patologie della spalla, come la tendinopatia della cuffia dei rotatori.

Il trattamento della discinesia scapolo-omerale può includere fisioterapia per ristabilire il corretto movimento della scapola e dell’omero, esercizi di rinforzo muscolare, terapia manuale e correzione della postura. In alcuni casi, possono essere raccomandati interventi chirurgici per affrontare specifiche lesioni o problemi strutturali. Se si sospetta di avere una discinesia scapolo-omerale o si soffre di sintomi correlati alla spalla, si consiglia di consultare un medico o un fisioterapista specializzato in spalla per una valutazione e un trattamento adeguati.

Artrosi

L’artrosi della spalla (o artrosi gleno-omerale) è una patologia cronica che coinvolge la cartilagine articolare; ciò significa che non guarisce nel tempo ma tende ad aggravarsi e peggiorare.

Si tratta di un evento naturale, legato all’usura a cui tutte le articolazioni vanno incontro nel tempo. Tuttavia, esistono fattori che possono predisporre all’artrosi della spalla:

  • Fattori intrinseci: ereditarietà, alterazioni metaboliche, alterazioni ormonali
  • Fattori estrinseci: eventi traumatici, Rottura della Cuffia dei Rotatori

 

I sintomi sono rappresentati da:

 

  • Irregolarità della superficie articolare
  • Dolore 
  • Scrosci articolari
  • Limitazione del movimento
  • Degenerazione cartilaginea e ossea
  • Gonfiore e rossore
  • Calore nella zona dolente

 

Intervento chirurgico: quando è consigliato?

 

– Non consigliato:

a) se l’artrosi è di grado lieve, cioè quando la cartilagine articolare non è esageratamente usurata.  

b) se il dolore è lieve e non disturba le normali attività quotidiane. Il trattamento consiste in uno o più cicli di fisioterapia, utili per ridurre il dolore e mantenere l’articolarità della spalla, e talvolta cicli infiltrativi.

 

– Consigliato: 

Nel caso di pazienti anziani, affetti da artrosi di grado elevato, con dolore persistente e ridotta mobilità della spalla e che limitano le comuni attività quotidiane e la cura della persona.

In questo caso l’intervento consigliato è l’impianto di una protesi

Fratture

La frattura è un’interruzione dell’integrità strutturale dell’osso, che può essere di origine traumatica o spontanea (patologica).

Lo scopo del trattamento delle fatture è quello di raggiungere la consolidazione e di ripristinare l’anatomia e la funzionalità della parte lesa.

Tipi di trattamento:

  • Conservativo: si cerca di ripristinare la struttura senza incorrere all’atto chirurgico, attraverso l’immobilizzazione dell’arto (gesso o tutore)
  • Chirurgico: nei casi più gravi per riordinare la regolare struttura è necessario un intervento chirurgico che può essere differente in base alla tipologia e alla gravità della situazione

Al fine di porre rimedio a queste problematiche, noi del Centro Fisioterapico Canavesano abbiamo creato dei percorsi terapeutici specifici per ognuna di queste patologie, personalizzati in base alla categoria di paziente per permettere il raggiungimento dei differenti obiettivi prefissati. 

Per creare uno schema terapeutico così importante abbiamo investito molto nella migliore tecnologia e nella formazione specifica del nostro team. 

Grazie inoltre all’esperienza sportiva di diversi membri del nostro TEAM abbiamo capito più nel dettaglio cosa e come meglio allenare il movimento.

Le fasi che compongono il nostro percorso sono chiare: 

  • FASE VALUTATIVA INIZIALE

Durante l’analisi iniziale il paziente viene sottoposto ad una valutazione medica con il nostro ortopedico esperto nelle patologie di spalla il dott. Giovanni CARUSO che insieme al responsabile della fisioterapia il dott. Stefano CAPOBIANCO, attraverso una strumentazione digitale e un attento studio dei parametri di mobilità e di forza (analisi biomeccanica e cinematica del movimento) stilerà un programma personalizzato di lavoro con l’obiettivo di risolvere il problema nel miglior modo possibile. Se la prima valutazione è esaustiva e la patologia chiara si passa alla fase riabilitativa altrimenti nel nostro centro è possibile effettuare una diagnostica più approfondita: Rx, risonanza magnetica o ecografia muscolo-tendinea a seconda che il medico ne ravveda l’esigenza.

La valutazione prevede:

  • Anamnesi
  • Test clinici passivi ortopedici
  • Test clinici fisioterapici e osteopatici 
  • Analisi biomeccanica e cinematica del movimento con l’utilizzo di tecnologia Showmotion
  • Programmazione del percorso terapeutico

Tutti i dati acquisiti serviranno a creare la cartella clinica del paziente che gli verrà spiegata e rilasciata al termine di questa prima fase di valutazione.

 

  • PROTOCOLLO RIABILITATIVO

Il protocollo riabilitato in CFC si sviluppa in tre fasi:

  • FASE ANTALGICA: l’obiettivo in questa fase è la sensibile riduzione del dolore attraverso l’utilizzo di terapie manuali e strumentali come FREMS, Tecar, Laser, Game Ready e Massoterapia.
  • FASE DI RIATTIVAZIONE MOTORIA: quando il dolore è diminuito si passa ad una fase che prevede il ripristino del corretto movimento attraverso l’utilizzo di esercizi passivi, attivi e di controllo posturale.
  • FASE DI RINFORZO E MANTENIMENTO: l’obiettivo di questa fase è stabilizzare i risultati ottenuti durante le fasi precedenti tramite l’esercizio terapeutico. Verranno pianificati allenamenti personalizzati attraverso l’utilizzo di macchinari isotonici e isoinerziali che ci permetteranno di ripristinare il naturale equilibrio dei muscoli della spalla.
  • CONTROLLO DI VALUTAZIONE

Una volta impostato il percorso terapeutico adeguato è fondamentale programmare delle valutazioni successive di controllo, a metà e a fine percorso, per monitorare l’andamento del paziente nel tempo, così da oggettivare al meglio l’efficacia del protocollo. Durante queste analisi i dati raccolti verranno confrontati con quelli acquisiti in precedenza per controllare gli scostamenti ed eventualmente attuare delle correzioni al piano o confermare il percorso già intrapreso mostrando al paziente i miglioramenti raggiunti. 

Molti dei nostri pazienti con le problematiche sopracitate, grazie a questo percorso sono riuscite a riacquisire il pieno utilizzo dell’articolazione e ritornare alla loro vita quotidiana.